Il bellissimo Dorian riesce a conservare intatte gioventù e avvenenza, nonostante le dissolutezze cui si abbandona: è infatti un suo ritratto, tenuto nascosto, a invecchiare al suo posto. Manifesto del decadentismo inglese accolto dalla critica vittoriana con scandalo e furiose polemiche, e compendio della "filosofia" wildiana nella sua negazione di ogni credo al di fuori del piacere, "Il ritratto di Dorian Gray" (1890) afferma la supremazia dell'artista sulle leggi morali e sulle convenzioni sociali. Idee che Wilde praticò e pagò in prima persona, volendo "vivere la propria vita come un'opera d'arte" e difendere i valori dell'arte, della cultura, dell'uomo. Introduzione di Masolino D'Amico e postfazione di André Gide.
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