Ottobre 1972, struttura psichiatrica Stella Maris. Tra le mura di una stanza un uomo e una donna si scambiano parole di matematica e desiderio, di musica e visioni. Lei si chiama Alicia Western ed e` lì per cercare di sfuggire ai suoi demoni. Lui e` lo psichiatra che l'ha in cura ed e` lì per tentare di salvarle la vita. Falliranno entrambi, ma le parole che si scambiano tra quelle mura resteranno dopo di loro. Nella seconda meta` della dilogia cominciata con ''Il passeggero'', Cormac McCarthy chiude il cerchio delle vicende dei fratelli Western e della sua intera opera con un romanzo di diamantina intelligenza e strabiliante vis drammatica: l'ultima degna parola di un autore di genio. Quando bussa alla porta della clinica psichiatrica Stella Maris, con quarantamila dollari in contanti in una busta e poca carne addosso, Alicia Western ha vent'anni e altri due ricoveri alle spalle. Il compito che attende il dottor Cohen, che la prende in cura, e` di quelli che possono far vacillare la fiducia di un medico nella propria professione. Con diagnosi plurime di sociopatia deviante, anoressia, probabile autismo, tendenze suicide e schizofrenia paranoide, Alicia e` accompagnata fin dalla puberta` da uno stuolo di personaggi allucinatori capeggiati dall'individuo pinnuto e astruso che lei chiama Talidomide Kid. Ma accanto alle sue molte patologie psichiatriche, la giovane Western e` anche una matematica di genio con un QI non testabile, nonche` una virtuosa del violino troppo assorbita dalla teoria dei topoi per raggiungere nella musica un'eccellenza a lei accettabile. Ardua missione, per un terapeuta, cercare di strappare i brandelli di un'anima lacerata alle spire di una mente tanto vorace: nella danza di parole che i due ingaggiano, a ogni passo del medico corrisponde un nuovo imprendibile exploit della paziente, intriso di beckettiana ironia e puntellato di autorevoli teorie. Grothendieck e Gödel, Maxwell e Feynman. Kant, Schopenhauer e Wittgenstein. Bach. Il sapere moderno distillato in un lasciapassare per il nichilismo. Nel parterre di riferimenti di Alicia un solo nome compare con sospetta parsimonia, ed e` quello di suo fratello Bobby, lasciato in coma in Italia dopo un incidente automobilistico, e dato per morto. Di Bobby Alicia non vuole parlare. Ed e` proprio in quell'eloquente silenzio che lo psichiatra incunea il suo grimaldello. Perche` ora sa che solo di Bobby, solo a Bobby, Alicia vorrebbe parlare. Seduta dopo seduta, il tempo a disposizione si fa sempre piu` breve. E nel ticchettio ora sommesso ora impetuoso di quell'orologio che lei sa leggere anche al contrario, Alicia si prepara a dimostrare l'estrema verita` che ha appreso su questa esistenza: che «il mondo non ha creato un solo essere vivente che non intenda distruggere».