Osho riprende le riflessioni di Guru Nanak, uno dei mistici più intensi e rivoluzionari dell'India, completando il discorso iniziato con Al di là della paura, oltre il rancore. Nanak evidenzia alcuni dei fattori primari che, consciamente o inconsciamente, ci spingono a vivere rannicchiati in un piccolo senso dell'io che poco considera e rispetta l'insieme del nostro esistere: invidia, rancore, egoismo, timore di perdere quanto si possiede sono fattori che condizionano la nostra vita, i rapporti e soprattutto compromettono l'esistenza stessa del pianeta. In quest'ottica, l'opera è di sublime attualità... E Osho utilizza abilmente la visione e il messaggio di Nanak per tessere di fronte al lettore una visione liquida che apre a ciò che è l'esistenza, nel momento in cui la si comprende come "vivente": una vibrazione inebriante, colta dai mistici - e da chiunque include l'introspezione e la meditazione nel proprio esistere - come armonia, pienezza, estasi, beatitudine. Insomma, quasi un destino differente - di certo un mondo diverso - nascosto dietro allo specchio deformante odierno che porta a vedere la realtà e noi stessi come un perenne conflitto, una lotta per sopravvivere, una battaglia apparentemente persa in partenza.
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